giovedì 9 novembre 2017

Intervista: KONTATTO - "ASSALTO FRONTALE"






DOPO I POSITIVI RISCONTRI OTTENUTI CON I PRECEDENTI ALBUM, GLI ITALIANI KONTATTO RIPRENDONO LA LORO MARCIA CON "FINO ALLA FINE", DISCO CHE MOSTRA UNA BAND COESA E AGGUERRITA, FEDELE AL PROPRIO TRADEMARK. I SEGUACI DEL D-BEAT NON POTRANNO CHE RINGRAZIARE. HO CONTATTATO GIANFRANCO COPPA PER UNA CHIACCHIERATA APPROFONDITA.

1. Ciao Gianfranco. Partiamo facendo il punto sull'attuale stato delle cose nella band...

K) Ciao. Al momento il gruppo sembra godere di discreta salute. Dopo anni di diaspora in cui ognuno viveva distante dall'altro, siamo di nuovo tutti nella stessa città (Bologna) e addirittura nello stesso quartiere. Abbiamo da poco fatto uscire il nostro terzo LP e siamo reduci da un breve tour nella cosa Ovest americana, insomma, non ci si lamenta.

2. "Fino Alla Fine" è il vostro terzo album. Vi ho sempre apprezzato per un discorso di coerenza musicale. A tal proposito vorrei chiederti come funziona (in generale) il processo di composizione dei vostri brani. Puro istinto, oppure avete le idee chiare già prima di entrare in sala prove?

K) Ma, non siamo dei musicisti, quindi non c'è chissà quale gran processo di composizione dietro ad ogni pezzo che abbiamo registrato in vita nostra. Normalmente uno arriva con un riff e con delle idee per le parti melodiche che l'altra chitarra deve suonare. Poi da lì in avanti ognuno ci mette del suo e il pezzo è pronto. Idem per i testi, di solito si arriva in sala prove già col pezzo pronto per evitare di perdere tempo e soldi.

3. A proposito di motivazioni, sono le stesse che alimentavano le vostre origini?

K) Certo, anzi, ne abbiamo anche di più rispetto a quando ci siamo formati. Il mondo non ha iniziato a girare meglio, anzi, sempre peggio, quindi ogni giorno che passa, la nostra insofferenza nei confronti di un sistema che non funziona come dovrebbe non può che accrescere.

4. Parlando di concerti, dal punto di vista del pubblico: cambia tra Europa e America?

K) Si, cambia parecchio. In generale in America c'è più energia ai concerti, il pubblico si caga di più i gruppi e li supporta in maniera più consistente al banchetto del merch rispetto a quanto accade in Europa.

5. Avete già pianificato qualche data all'estero per promuovere il nuovo album?

K) Oltre alle nove date in America, faremo dei concerti a fine anno in Europa, poca roba: una data al Bloodshed Festival in Olanda più qualche data in Germania e Svizzera sulla via del ritorno a casa. L'anno prossimo spero riusciremo a trovare il tempo per fare un tour europeo di almeno tre settimane.

6. Tanti anni di attività nell'underground, tre dischi pubblicati, tanti concerti e, soprattutto, tanti ricordi. Quali sono quelli che ti sono rimasti più impressi nella mente?

K) Abbiamo vissuto talmente tante situazioni (belle e brutte), che trovarsi su due piedi a ricordare quali sono state le più significative mi viene difficile. Abbiamo suonato a dei gran bei festival in giro per il mondo (Play Fast Or Don't in Repubblica Ceca, Manic Relapse in California, Kopi's Birthday Party a Berlino, Scum Fest a Londra, Punk Illegal in Svezia, K-Town a Copenhagen ecc) ma abbiamo anche fatto tante tante tante belle date in Italia o in Europa che non erano festival rinomati. Una cosa che mi torna alla mente è stato un concerto di Sabato pomeriggio all'ABC NO RIO di New York. Data stupenda in un posto storico per il punk DIY americano. La stessa sera avevamo un'altra data a un paio d'ore di distanza, nel New Jersey, nel basement di una casa. Al nostro arrivo scopriamo che il pubblico, giovanissimo di universitari, non c'entrava nulla con l'hc, crust, punk e nessuno degli altri cinque o sei gruppi che suonavano si avvicinavano lontanamente al nostro suono. Pensavamo ci avessero preso a bottigliate e invece, finito il nostro set, c'era la fila al banchetto e si è rivelata una delle date economicamente più proficue del tour.

7. Qual è l'obbiettivo principale cui mirano i Kontatto? Cosa alimenta la vostra rabbia?

K) Continuare a suonare finchè ci reggeranno le gambe e cercare di girare il più possibile il mondo usando la musica come veicolo. L'ignoranza e il qualunquismo della gente è forse la cosa che mi spinge di più a continuare a fare quello che faccio.

8. Vi considerate una band punk, hardcore o crust? Te lo chiedo perché questi tre generi musicali sono ben presenti nel vostro sound.

K) Non diamo molto peso alle etichette. Magari in passato ci tenevamo ad identificare il nostro suono e a limitare le nostre esistenze all'interno di alcuni parametri, ma a quarant'anni te ne freghi abbastanza, o per lo meno, spero sia così... Comunque i tre generi che hai citato sono tutti presenti nella nostra musica perché alla fine è quello che abbiamo ascoltato per anni o stiamo ancora ascoltando.

9. Qual è invece il vostro rapporto con le altre band della scena italiana. Che siano metal, punk, hardcore, crust... Pensi che l'underground musicale italiano sia in salute?

K) Ci sono gruppi con cui andiamo molto d'accordo perché ci accomunano ideali, suoni, vecchi amicizie, età ecc. e altri che ignoriamo per distanza, approccio differente alle situazioni ecc. I nostri amiconi numeri uno sono senza dubbio i Kalashnikov di Milano, coi quali condividiamo spesso palchi e sventure. Poi ci sono i Drunkards coi quali facciamo coppietta dal lontano 1998. Molti di noi suonano anche in altri gruppi (Motron, Pioggia Nera, Doxie, Horror Vacui) quindi la famiglia si allarga.

10. Per concludere, come giudichi "Fino Alla Fine" rispetto alle precedenti releases?

K) Non credo che debba essere io a giudicare un mio disco. Diciamo che mi piace parecchio.

11. Progetti futuri? Grazie per l'intervista.

K) Come ti dicevo stiamo per andare a fare qualche data in Europa, poi vorrei ri-registrare le canzoni che apparvero sullo split CD coi PHP (la prima cosa che abbiamo mai registrato) in maniera più appropriata con l'inserzione di qualche effetto tipo chorus, flanger e riverberi (i Kontatto non hanno mai usato nessun effetto che non fosse la distorsione naturale delle nostre testate) per cercare di ricreare quel suono che sento nei dischi hardcore del periodo 1984/1987 e che ultimamente mi piace tanto (tipo La Tua Morte Non Aspetta dei Wretched, Soltanto La Morte Potrà Fermarci dei Disperazione, i 12" degli AOA, il mini LP degli Anti Cimex ecc). Grazie a te per l'intervista.

CONTATTI:
facebook.com/Kontatto 
kontatto.bandcamp.com/fino-alla-fine


KONTATTO line-up:

Mario - Voce
Koppa - Chitarra, Voce
Febo - Chitarra
Ago - Basso
Marzia - Batteria


RECENSIONE: 
KONTATTO "Fino Alla Fine" 2017 - Agipunk